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Certificazione biologica

Certificazione biologica: cos’è e come si ottiene

La certificazione biologica è un certificato che riconosce alle aziende della filiera agroalimentare che rispettano standard che sono stabiliti dall’Unione Europea. È fondamentale per le aziende che producono e commercializzano prodotti “bio”. Ma cos’è esattamente? A cosa serve? E quali sono i requisiti per soddisfare i processi per ottenere la certificazione?

Il biologico rappresenta una scelta sicura nel rispetto dell’uomo, della natura e della stagionalità e, per tutelare il nostro diritto alla consapevolezza, un’etichetta chiara e completa con la certificazione biologica è il primo passo per instaurare il patto di fiducia tra noi e il prodotto. Per questo motivo nasce la certificazione biologica con lo scopo di definire requisiti chiari e validi per tutta la filiera. Nella nostra guida sul certificato biologico troverete tutto ciò che è utile per conoscere meglio i prodotti certificati bio:

  • Che cos’è la certificazione
  • Chi viene certificato
  • Come si ottiene
  • Cosa si ottiene
  • Chi certifica
  • Quanto costa

Cos’è la certificazione biologica?

La “certificazione biologica” è l’attestato che viene rilasciato da un ente incaricato (ente certificatore) con l’obiettivo di riconoscere alle aziende il raggiungimento di determinati obiettivi necessari per definire un prodotto come “biologico”. Senza la certificazione biologica un prodotto non può utilizzare il logo biologico e definirsi tale. In altre parole, un alimento non può essere “biologico” se non è certificato.

Gli enti certificatori controllano quattro aree fondamentali di tutta la filiera per rilasciare la certificazione biologica e garantire la tracciabilità di tutta la filiera produttiva:

  • Produzione
  • Preparazione
  • Commercializzazione
  • Importazione

Al momento dell’acquisto di un prodotto bio è perciò buona regola verificare la certificazione biologica presente sulla confezione dell’alimento che ne attesta l’autenticità.

 

Gregge di un allevamento per la certificazione biologica

 

Chi può e deve ottenere il certificato biologico?

Chiunque voglia commercializzare un prodotto con il logo biologico deve sottostare alla normativa europea che stabilisce i requisiti necessari per certificare il proprio prodotto come biologico e utilizzare il logo bio.

Parliamo quindi di tutti gli operatori della filiera che contribuiscono alla commercializzazione di un prodotto bio:

 

Come si ottiene la certificazione biologica?

I requisiti e i controlli necessari per ottenere la certificazione sono previsti dalla normativa europea, in particolare dal regolamento UE n. 2018/848 (e successive modifiche), che valgono per tutto il territorio UE, Italia inclusa.

Per tutelare il consumatore, chi produce e chi vende prodotti contrassegnati come biologici deve essere sottoposto a controlli da parte di un Organismo legalmente riconosciuto dall’autorità competente, che in Italia è il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF). Questi organismi legalmente riconosciuti sono gli enti certificatori.

Tra gli enti certificatori per il settore agroalimentare bio in Italia troviamo CCPB srl, Agricert e ICEA – un elenco completo degli organismi di controllo autorizzati per le produzioni biologiche è disponibile sul sito del Ministero. Vediamo quali sono i requisiti per ottenere la certificazione biologica da questi enti.

Per ottenere la certificazione biologica, le aziende devono seguire questi step:

  1. l’azienda deve scegliere un organismo di controllo di quelli autorizzati dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali e inviargli tutta la documentazione relativa alla propria azienda e alla propria attività
  2. deve notificare alla Regione in cui ha sede l’avvio del processo per ottenere la certificazione
  3. a partire dalla data di notifica alla Regione, deve cominciare a seguire tutte le norme previste in tema di biologico
  4. deve attendere la conversione, di norma intorno ai 2-3 anni. Il periodo di conversione si riferisce al tempo necessario per trasformare la produzione in produzione biologica. I 2-3 anni sono necessari per permettere ai terreni, alle colture, agli allevamenti e a tutti i processi produttivi di essere completamente decontaminati da qualunque sostanza chimica o prodotti OGM
  5. l’azienda deve comunicare le eventuali variazioni nel processo produttivo entro 15 giorni
  6. dalla data di notifica, può aggiungere nell’etichettatura la dicitura “in conversione all’agricoltura biologica
  7. una volta ottenuta la certificazione, può scrivere nell’etichettatura “proveniente da agricoltura biologica

I requisiti per i prodotti biologici

Per ottenere la certificazione, è necessario che il prodotto contenga almeno il 95% di ingredienti biologici e che rispetti condizioni rigorose per il restante 5%.

Tuttavia, lo stesso ingrediente non può essere presente in forma biologica e non biologica! Quindi se parliamo di un prodotto monoingrediente – un pacco di riso, per esempio – quest’ultimo dovrà provenire per intero (100%) da agricoltura biologica.

Sotto la soglia del 95% è di fatto vietato usare il logo biologico europeo. È anche vietato certificare come biologici i prodotti da agricoltura in “conversione”, cioè prodotti di terreni che sono nella fase transitoria di  2-3 anni durante i quali devono risultare decontaminati da qualsiasi sostanza chimica di sinetesi per poi poter essere idonei alla certificazione biologica. Solo passato questo lasso di tempo, il produttore può procedere alla richiesta della certificazione bio per i prodotti frutto di quei terreni.

Se volete scoprire di più sul perché scegliere prodotti bio, leggete i nostri articoli nella sezione dedicata al biologico. Oppure scoprite tantissime ricette bio per preparare deliziosi piatti con ingredienti biologici.

 

Il nuovo regolamento per la certificazione biologica

Con un ritardo di un anno sulla tabella di marcia, dal 1° gennaio 2022 è entrata in vigore la nuova regolamentazione (UE) 2018/848 per il rilascio delle certificazioni biologiche e i controlli necessari per ottenere l’attestato. La nuova normativa sostituisce quella precedente – Reg. (UE) n. 834/2007 e 889/2008 – per migliorare il processo di controllo, rendendolo anche più efficace e trasparente. La normativa è visibile nella pagina dedicata del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Vediamo i vantaggi del nuovo regolamento:

  1. Sono state rimosse alcune esenzioni ed eccezioni, semplificando le norme per la produzione.
  2. Anche i Paesi produttori al di fuori dell’Unione Europea dovranno sottostare al regolamento previsto dalla UE.
  3. È stata azzerata la soglia di contaminazione da OGM accettata per i prodotti bio, prima tollerata fino allo 0,9%.
  4. Aumenta il numero di prodotti che potranno essere sottoposti ai controlli per la certificazione biologica, includendo così anche sale, cera d’api, cuori di palma, sughero, mate, foglie di vite. Vengono inclusi anche prodotti supplementari come cervi, polli, e conigli.
  5. I piccoli agricoltori potranno ottenere più facilmente la certificazione grazie al nuovo sistema per la certificazione di gruppo.
  6. Vi è una maggiore uniformità nell’approccio di riduzione di contaminazione accidentale da pesticidi.
  7. È stata rimossa l’esenzione sulla produzione di aiuole demarcate all’interno delle serre.

 

raccolto di carote in azienda con certificazione biologica

 

Cosa si ottiene con la certificazione biologica?

A seguito dei controlli e dell’ottenimento della certificazione biologica, l’azienda può applicare sui propri prodotti il logo bio, la famosa foglia verde incorniciata dalle stelle dell’Unione Europea. L’utilizzo di questo simbolo sulla confezione o sull’etichetta, insieme ai codici dell’organismo di controllo accreditato che certifica il produttore, mostra immediatamente ai consumatori che il prodotto è biologico e quindi conforme alle normative che lo regolano.

 

Chi certifica il biologico?

È importante che ad effettuare i controlli per la certificazione biologica sia un ente di terza parte per garantire l’imparzialità delle analisi. Ad eseguire questi controlli deve infatti essere un’azienda indipendente autorizzata dal MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste). A loro volta, gli enti certificatori sono controllati dalla stessa MASAF e dalla regione di appartenenza dall’azienda agricola.

L’ente certificatore è anche incaricato della sorveglianza dopo il rilascio della certificazione. Per non perdere la certificazione biologica acquista, le aziende biologiche certificate saranno sottoposte a controlli regolari per verificare che tutti i requisiti necessari siano mantenuti nel tempo.

L’Unione Europea svolge un rigoroso controllo per garantire che le norme e i regolamenti in tema di biologico vengano rispettati nel modo corretto.

Ciascun paese dell’UE designa organismi e autorità di controllo incaricati di controllare gli operatori della catena alimentare biologica.

Gli organismi preposti al controllo in Italia sono le amministrazioni regionali, il Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali e altri organismi autorizzati da esso caratterizzati da un codice.

Essi esaminano ogni fase del percorso produttivo, dalla produzione fino al consumo finale di un prodotto, e si accertano che vengano rispettate le norme in tema di biologico.

Gli organismi di controllo raccolgono dati durante le ispezioni annuali nelle varie aziende per controllare la conformità alle regole. Essi presentano poi delle relazioni sul proprio operato al Ministero e alle regioni.

 

Quanto costa la certificazione biologica

Il costo della certificazione biologica non è fisso, ma è l’ente stesso che effettua il controllo a stabilire il costo per ottenere l’attestato. È infatti possibile che i fattori da analizzare per il rilascio dell’attestato siano diversi da caso a caso, come il controllo di un singolo ingrediente, il prodotto o un campo intero.

 

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Andrea Lucky Lucchetta è l’ex Capitano della Nazionale Italiana di pallavolo e ha fatto parte della cosiddetta generazione di fenomeni che ha vinto per 3 volte consecutive il campionato del mondo del 1990. Successivamente al suo ritiro, Andrea Lucchetta si dedica, oltre che alla carriera di telecronista sportivo, a diversi progetti che coinvolgono le giovani generazioni. È infatti ideatore e co-produttore della serie animata Spike Team realizzata con Rai Fiction e del docu-reality Spike Girl – Schiacciatrici trasmesso su Rai Sport.