Al supermercato tutti alla ricerca della dicitura “bio” e del logo biologico… Ma sapete davvero di cosa si tratta?
Vi state addentrando tra gli scaffali del supermercato e, di getto, inserite nel carrello i prodotti che sembrano rispondere maggiormente ad una scelta sostenibile. Ma è sempre così?
Vediamo nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere sul logo biologico, qual è l’etichetta giusta da cercare nei prodotti, di che tipo di certificazione si tratta nello specifico e quali regole devono essere rispettate affinché un prodotto sia classificato come proveniente da agricoltura biologica a livello europeo.
Partiamo dalle basi: cosa viene definito biologico?
Capiamo cosa vuol dire “biologico” e come evitare di incappare in etichette fuorvianti per i consumatori.
Ormai è ben chiaro a tutti quanto sia importante condurre una alimentazione sana, partendo proprio dalla scelta di prodotti genuini e di qualità, nel rispetto dell’ambiente. Ma sapete davvero cosa significa “biologico”?
Si definisce biologico il cibo derivante da colture e allevamenti di produzione biologica, che si basa su un processo produttivo certificato per legge e che non prevede l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi. Ne deriva un prodotto agricolo sano, lavorato con attenzione nel pieno rispetto della natura e del consumatore finale.
Per quanto riguarda il mondo animale, con allevamento biologico ci si riferisce a carni di alta qualità prodotte senza l’utilizzo di ormoni e mangimi chimici, nel rispetto delle condizioni di vita degli animali, ad esempio fornendo gli adeguati spazi e l’esposizione all’area aperta.
Queste condizioni devono essere costanti nel tempo e dunque vengono regolarmente verificate dagli organismi di controllo preposti: è biologico, perciò, un cibo la cui intera filiera (coltivazione, conservazione, lavorazione, impacchettamento e spedizione) viene sottoposta di frequente a rigidi controlli.
È per questo che è necessario prestare attenzione alla presenza del logo biologico europeo e imparare a decifrare tutte le informazioni rintracciabili nell’etichetta alimentare.
Usi e finalità del logo biologico
Il logo del biologico è di fondamentale importanza quando scegliamo di fare una spesa sostenibile. Questo ci dà la sicurezza che il prodotto rispetti determinati criteri imposti dall’Unione Europea, agevolando sia gli agricoltori sia i consumatori.
Affinché venga apposto il logo, è necessario che il prodotto contenga almeno il 95% di ingredienti biologici. Inoltre, deve rispettare condizioni rigorose per il restante 5% e lo stesso prodotto non può presentare un ingrediente sia in forma non biologica sia in forma biologica! Quindi se parliamo di un prodotto mono-ingrediente, ad esempio un pacco di riso, dovrà provenire al 100% da agricoltura biologica.
Allo stesso modo, sotto la soglia del 95% è di fatto vietato usare il logo biologico. Lo stesso vale anche per i prodotti da agricoltura in “conversione”, espressione che indica il periodo transitorio di 2-3 anni durante i quali è necessario far sì che i terreni risultino decontaminati da qualsiasi sostanza chimica e sintetica. Passato questo lasso di tempo, il produttore può procedere alla richiesta della certificazione. Il logo biologico è vietato anche per categorie di prodotti non alimentari, ad esempio di cosmesi, e per servizi di ristorazione collettiva, come le mense degli enti pubblici.
In generale, come riportante anche sul sito ufficiale della Commissione Europea dedicato all’agricoltura e lo sviluppo rurale, il logo è obbligatorio per prodotti preconfezionati, prodotti e venduti come biologici in Unione Europea.
Il logo biologico può essere facoltativo per:
- i prodotti biologici che non sono stati preconfezionati in Unione Europea
- i prodotti biologici introdotti da un Paese dell’UE nei mercati dei Paesi terzi
- i prodotti importati che violano le norme europee sull’importazione dei prodotti biologici
- le campagne di sensibilizzazione sulla coltura biologica
L’Euro Leaf: il nuovo marchio
Affinché sia garantito ai consumatori che il prodotto biologico osservi le condizioni imposte dall’Unione Europea, è stato creato un apposito logo biologico europeo, intuitivo e distinguibile. Il marchio assicura il rispetto del Regolamento valido all’interno dell’Unione di cui parleremo a breve. Ulteriormente, l’UE ha stipulato degli accordi equivalenti che consentono gli scambi commerciali con i Paesi terzi in modo da assicurare il rispetto di determinati standard per import ed export.
Vediamo nel dettaglio come si compone il logo comunitario e a quali normative dobbiamo fare riferimento.
La grafica del logo biologico
Il logo biologico europeo è stato introdotto il 1° luglio 2010 dal Regolamento della Commissione (UE) 271/2010 e il suo utilizzo è disciplinato dal Regolamento della Commissione (CE) 889/2008.
Il logo biologico si contraddistingue per una fogliolina su sfondo verde chiaro ed è, quindi, anche definito Euro Leaf o Euro Foglia. I margini della foglia sono costituiti da una serie di stelline bianche, che richiamano la grafica della bandiera dell’Unione. La composizione rievoca gli ideali di sostenibilità e di collaborazione dell’UE.
Il simbolo deve essere ben visibile, quindi le sue misure non possono essere inferiori a 13,5 mm x 9 mm, e non può essere stilizzato. Il logo non può essere personalizzato o alterato in alcun modo, può soltanto essere apportata una modifica del colore se si tratta di una stampa monocromatica. Nello stesso campo visivo del logo, verranno riportati il codice numerico dell’ente che certifica la produzione biologica e il luogo di produzione delle materie prime.
Le norme sul biologico
Un alimento non può essere “biologico” se non è certificato. Come previsto dalla normativa europea, in particolare dal Regolamento 848/18, la certificazione biologica garantisce la tracciabilità dell’intera filiera produttiva. Per tutelare il consumatore, infatti, chi produce ma anche chi vende prodotti contrassegnati come biologici deve essere sottoposto a controlli da parte di un Organismo legalmente riconosciuto dall’autorità competente, che in Italia è il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Obiettivo delle disposizioni è anche quello di assicurare che i prodotti siano ottenuti senza l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi e senza l’uso di organismi geneticamente modificati (OGM).
Al momento dell’acquisto di un prodotto biologico è perciò buona regola verificare la certificazione.
Se siete interessati, scoprite di più sulla certificazione biologica.
Le etichette dei prodotti biologici italiani
In Italia, come negli altri Paesi europei, esistono diversi organismi di controllo (detti anche enti di certificazione) che lavorano in sinergia con il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Il Ministero attribuisce a ognuno di questi enti un codice identificativo diverso che viene riportato sull’etichetta di ciò che compriamo, accanto al logo biologico europeo. Il compito di vigilanza territoriale è invece delegato alle amministrazioni regionali.
L’aspetto di un codice identificativo sull’etichetta di un prodotto bio italiano, per esempio, sarà così:
IT BIO 123 Agricoltura UE / non UE |
IT = è la sigla dello Stato membro
BIO = indica ‘biologico’
Le tre cifre (es. 123) = sono il codice identificativo di uno degli organi di controllo autorizzato dal Ministero. Questi organismi compiono ispezioni annuali e, in caso di mancata applicazione delle regole, possono imporre sanzioni fino al ritiro del certificato di conformità.
Agricoltura UE / non UE = area di provenienza della materia prima agricola
Tutti i dettagli: il chi e il dove
Oltre al logo biologico, dovrete prestare attenzione e individuare il nome dell’operatore, del venditore del prodotto e il codice dell’operatore controllato (nell’esempio sopra, 45678), che indica chi ha effettuato l’operazione di etichettatura.
Infine, anche il luogo di coltivazione delle materie prime è un dato da esporre in trasparenza: troveremo scritto Agricoltura UE, Agricoltura non UE, o il caso “ibrido” di Agricoltura UE/non UE, quando parte della coltivazione è avvenuta all’interno dell’Unione Europea e parte in un Paese extra europeo. Inoltre, la specificazione “UE” o “non UE” può essere rimpiazzata o integrata con il nome di uno specifico Paese, nel caso in cui tutta la produzione sia avvenuta nello stesso Stato.
Quindi perché scegliere il biologico?
Biologico significa prendersi cura di sé e della natura, rispettando il benessere animale e l’intero equilibrio del nostro ecosistema. Basterà investire qualche minuto in più al supermercato nella selezione dei prodotti per fare la differenza.
Scegliere il biologico è una opportunità per rimanere connessi al mondo che ci circonda e, per tutelare il nostro diritto alla consapevolezza e alla salute. Un’etichetta chiara e completa è il primo passo per instaurare il patto di fiducia tra noi e il prodotto.
Fate la scelta giusta! Cercate di prediligere l’etichetta con il logo biologico, sia negli acquisti in negozio che in quelli in rete. A tal proposito, vi suggeriamo di leggere anche il nostro articolo sui vantaggi di comprare frutta e verdura online.
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