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Il legame tra produttore, consumatore e agricoltura locale

Sempre più consumatori scelgono la filiera corta, sostenendo un’agricoltura a misura d’uomo e con un minor impatto ambientale.

In un momento storico in cui l’attenzione per l’ambiente risulta cruciale, anche le nostre scelte alimentari appaiono decisive. Fare la spesa in maniera più consapevole, preferendo l’acquisto di prodotti stagionali, coltivati in territori dove sono da sempre considerati tipici, rappresenta una valida scelta che consente di ridurre la nostra impronta ambientale, salvaguardando la biodiversità.

Il crescente interesse da parte dei consumatori nei confronti del cibo locale e tipico di alcune zone sta progressivamente assicurando importanti risultati in termini di sostegno a un’agricoltura a misura d’uomo, che mette in primo piano non solo la soddisfazione del palato ma anche la salvaguardia di  varietà storiche, tipiche solo di alcune zone e destinati a specifiche tipologie di filiera produttiva.

Il legame tra agricoltura, paesaggio e società

Clima, caratteristiche del suolo, tecniche di coltivazione sono alcuni degli elementi che legano un prodotto a un territorio. Ma ad essere condizionati sono anche il paesaggio e la storia socio-economica di una regione o di una zona di produzione, come sottolineato dalle particolarità del turismo enogastronomico.

Se pensiamo alla coltivazione del riso e a come si coltiva il riso, ad esempio, ci immaginiamo facilmente il paesaggio delle zone in cui viene prodotto, ma riusciamo a ricostruire anche un immaginario più complesso fatto di persone, oggetti, usanze, canzoni e mutamenti sociali. Dal lavoro delle mondine ne è passata di acqua nelle risaie, eppure è un’immagine molto chiara nella mente di tutti. E ancora oggi la maggior parte di quelle zone continua ad essere riconosciuta come centro di eccellenza per la produzione del riso.

Questo succede per numerose altre colture, anche se meno rappresentate nell’immaginario comune.

Un Paese dalle mille risorse

L’Italia si estende per 1.300 chilometri (in linea d’aria tra il punto più a nord e quello più a sud). Climi, paesaggi e territori sono quindi molto diversi tra loro ed è anche per questo che il nostro Paese è in grado di offrire una grande varietà di prodotti agricoli tipici che variano da zona a zona.

Da nord a sud, infatti, potremmo fare un elenco infinito. Qualche esempio?

Il Trentino è una delle regioni più importanti per la produzione di mele a livello europeo, nonostante la sua superficie coltivabile sia ridotta. Grazie al lavoro attento di numerosi piccoli produttori, la regione ha saputo portare sul mercato mondiale l’eccellenza, con una grande attenzione per l’approccio alla coltivazione biologica.

Gli asparagi della Bassa Bolognese sono un’eccellenza da secoli: già ai tempi dei Romani erano considerati tanto pregiati da venire inviati a Roma avvolti uno ad uno in una carta che ne preservava la freschezza.

La Toscana, invece, vanta innumerevoli eccellenze. Sicuramente le più conosciute sono i porri e i cavoli, in particolare il cavolo nero riccio (di Toscana o di Lucca).

Scendendo lungo la penisola, possiamo trovare anche altre tipicità:

  • lenticchie, cicerchia e roveja, ma anche patate, cipolle e carote tra Umbria e Marche;
  • uva e ciliegie in Puglia;
  • pesche nettarine in Basilicata;
  • per arrivare alla Sicilia e ai suoi splendidi agrumi.

Rispettare la stagionalità

Scegliere prodotti di stagione, coltivati nelle zone in cui sono da sempre considerati tipici, assicura innegabili vantaggi sul fronte della salute. Si profila infatti la possibilità di mangiare prodotti freschi che, come ulteriore prerogativa, rispettano anche la stagionalità. Oltre a essere più buone sotto il profilo del gusto, frutta e verdura di stagione coltivate nelle aree vocate, dove clima e terreno sono ideali per quelle colture, risultano più ricche di nutrienti fondamentali per il benessere dell’organismo. Il rispetto della stagionalità facilita inoltre la crescita sana e spontanea dei prodotti che, seguendo il loro ciclo naturale, mantengono inalterate le proprie caratteristiche organolettiche. Se vuoi scoprire di più, leggi i nostri articoli su frutta e verdura invernale e su frutta e verdura estiva.

Produzione biologica e sviluppo dell’economia locale

Un altro innegabile vantaggio derivante dalla coltivazione di frutta e ortaggi tipici di un territorio è il sostegno all’economia locale e per la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio. Per il nostro Paese l’agricoltura è un’importante risorsa economica, e lo ancora di più nelle aree rurali, dove da sempre ha scandito le stagioni a cicli di semina e raccolto.

Una produzione biologica strettamente legata al territorio è in grado di incoraggiare l’occupazione di una regione e di favorirne gli scambi commerciali. Ma non solo, è anche in grado di favorire un contatto tra il consumatore e il territorio: spesso chi trova sul mercato varietà locali e rustiche è più spinto ad informarsi, scoprire qualcosa di più sul prodotto che ha acquistato (o che vorrebbe acquistare) e, di conseguenza, a conoscere il territorio da cui quel prodotto proviene.

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