TOP
acquacoltura biologica in italia

Acquacoltura biologica: caratteristiche e norme

In commercio, da tempi molto recenti, troviamo il pesce da acquacoltura biologica – fresco o surgelato – più attento al benessere degli animali e all’ambiente.

Il consumo di pesce in Italia è aumentato negli ultimi anni, ma l’esistenza del pesce biologico è ancora diffusa tra i consumatori come quella del pollame e la frutta e verdura biologici. Vediamo in questo articolo quali sono le caratteristiche del pesce da acquacoltura biologica, le sue differenze con il pesce allevato in acquacoltura tradizionale e le norme che regolano gli allevamenti ittici biologici.

pesce da acquacoltura biologica

 

Acquacoltura biologica: caratteristiche e differenze con gli allevamenti ittici tradizionali

Da consumare circa due volte a settimana, il pesce è una fonte proteica nobile e di grassi Omega-3 “amici” della nostra salute. Ma quali sono le differenze tra pesce non biologico e quello da acquacoltura biologica? Siamo maggiormente abituati a percepire le differenze tra la produzione classica e biologica di frutta e verdura – ma siamo meno abituati a considerare le differenze tra pesce biologico e pesce non bio. Differenze simili a quelle di frutta e verdura valgono anche nel caso di prodotti bio di origine animale, come nel caso dell’acquacoltura biologica. Vediamo insieme, punto per punto, le caratteristiche degli allevamenti di pesce bio e le differenze principali con gli allevamenti ittici classici.

 

Spazi

La gestione degli spazi in relazione al numero di animali, definita biomassa, è molto importante per il benessere animale. Il benessere psicofisico del pesce è direttamente collegato alla qualità della sua carne e alle sue caratteristiche nutrizionali.

Allevamenti ittici biologici: proprio perché il benessere degli animali è uno dei focus principali della varietà bio degli allevamenti, qui la biomassa è ridotta rispetto agli allevamenti classici. La flora ittica vive in acque pulite, controllate e ben ossigenate per garantire temperature e condizioni di vita ottimali. Anche le gabbie galleggianti in mare sono di dimensioni e di profondità maggiori rispetto a quelle costruite per gli allevamenti tradizionali. Garantire più spazio per il pesce biologico diminuisce l’incidenza di urti e lesioni, riducendo così la necessità di farmaci antibiotici per curarli e una muscolatura meglio sviluppata.

Allevamenti tradizionali: al contrario, negli allevamenti classici la quantità in chilogrammi di animali per metro cubo è nettamente maggiore.

 

Vasche

Il benessere delle specie allevate è, come visto precedentemente, influenzato dall’ambiente in cui vivono. Le vasche per gli allevamenti ittici si differenziano tra allevamenti di pesce bio e allevamenti ittici tradizionali.

Allevamenti ittici biologici: le vasche sono costruite in cemento armato, ma hanno un fondo in ghiaia per simulare un ambiente naturale. Questo fattore incide sul benessere dell’animale, focus principale degli allevamenti biologici.

Allevamenti tradizionali: le vasche sono costruite in cemento armato, ma non cercano di simulare un ambiente naturale.

 

Mangimi

Quello che gli animali mangiano ha un impatto diretto su alcune proprietà nutrizionali del prodotto finale e sul prezzo del prodotto nei punti di vendita finali. In generale, il prezzo finale di un prodotto bio, animale o vegetale, è più elevato rispetto ai prodotti classici perché include il costo di una produzione più attenta al benessere animale e alla natura. La scelta dei mangimi negli allevamenti tradizionali è, in alcuni casi, legata a un fattore di minimizzazione dei costi.

Allevamenti ittici biologici: c’è una maggiore attenzione alle esigenze nutrizionali dei pesci da acquacoltura biologica. Essendo le esigenze nutrizionali strettamente legate alla specie di appartenenza del singolo pesce, le aziende che allevano pesce biologico aumentano la quota proteica grazie a varie farine di pesce più adatte al pesce bio allevato.

Allevamenti tradizionali: la quota proteica viene a diminuire essendo più costosa. La flora ittica viene alimentata con farine vegetali, tipo quella di soia.

 

Impatto ambientale

L’impatto ambientale degli allevamenti è un altro fattore di distinzione tra l’acquacoltura biologica e gli allevamenti di pesce tradizionali. Gli allevamenti e la produzione di derivati animali, in generale, producono maggiori emissioni di CO₂ rispetto alla produzione di frutta e verdura. Da come si evince dalla doppia piramide alimentare, il consumo di pesce è nella parte che segnala un forte impatto ambientale. L’ammontare specifico dell’impatto di ogni allevamento dipende fortemente dalla specie allevata.

Allevamenti ittici biologici: l’attenzione all’impatto ambientale è uno dei cardini dell’acquacoltura bio. Ad esempio, nel caso degli allevamenti di pesce biologico, vengono utilizzate vasche di decantazione e sistemi di filtraggio per evitare di scaricare nelle acque il carico completo dei rifiuti.

Allevamenti tradizionali: l’impronta ecologica è meno considerata e non è un fattore distintivo.

 

Uso di sostanze chimiche

L’assenza di sostanze chimiche di sintesi nel processo di produzione e allevamento è una delle principali motivazioni per cui i consumatori scelgono di acquistare un prodotto bio (fonte: report di FederBio 2020).

Allevamenti ittici biologici: gli antibiotici non vengono utilizzati. Al loro posto si usano rimedi omeopatici, anche se vi sono minori necessità di utilizzo grazie a controlli qualitativi più serrati da parte delle autorità competenti.

Allevamenti tradizionali: vengono usati, sotto controllo veterinario, antibiotici per evitare la proliferazione di malattie.

 

Ciclo di vita del pesce

Il rispetto del ciclo di vita del pesce è una caratteristica specifica dell’acquacoltura biologica. Negli allevamenti di pesce biologico sono infatti rispettate le tempistiche di vita e di crescita del pescato, in aggiunta alla stagionalità specifica di ogni specie di pesce.

pesce biologico su tavola

 

L’acquacoltura biologica in Italia

Consumare pesce d’allevamento biologico è ancora una caratteristica di nicchia, di una minima parte della popolazione. Infatti, come riportato dal BioReport di FederBio -Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica – nel 2018 il consumo di prodotti biologici è cresciuto del 12,8%, di cui solo lo 0,2% rappresenta il consumo di prodotti di acquacoltura biologica.

Secondo il rapporto di ISMEA – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – e SINAB – Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica-, il consumo di prodotti biologici è aumentato del 4,4% dal giugno 2020. La quota di mercato del solo pesce biologico, invece, stenta ancora a crescere – complici lacune tecniche, scientifiche e la poca informazione su questa tipologia di prodotto.

Guardando all’Europa, Germania, Italia, Spagna e Francia sono i paesi che consumano più pesce biologico nell’Unione Europea secondo il Rapporto EUMOFA. In Italia e in Spagna la copertura di pesce bio è però ancora inferiore allo 0,5%. Mentre negli altri Paesi si attesta a circa l’1,5%.

In Italia il CREA e l’Istituto di Ricerca nella Crescita Economica Sostenibile del CNR, hanno deciso di avviare il progetto SANPEI per favorire il consumo e l’informazione sugli allevamenti bio di pesce.

 

Il Progetto SANPEI II

Attraverso i finanziamenti del Ministero delle politiche agricole, il CREA e il IRCRES hanno avviato il progetto SANPEI – Sano come un Pesce biologico italiano con l’obiettivo di valorizzare il pesce biologico italiano nella ristorazione collettiva pubblica.

Il Progetto SANPEI è stato applicato nelle mense degli istituti scolastici sul territorio italiano, integrando il pesce biologico fresco nei menù settimanali al posto di quello surgelato. L’iniziativa ha avuto due edizioni.

Il SANPEI I ha avuto come obiettivi quelli di valutare gli orientamenti dei produttori e dei consumatori e integrare il pesce biologico fresco per minimizzare i rischi di obesità infantile e sensibilizzare gli studenti sulle loro esigenze nutrizionali. Durante la prima edizione sono stati inclusi pesci come la spigola, le orate e cefalo.

Nel 2014 SANPEI II ha avuto inizio ed è durato per 3 anni, fino al 2017. Questa volta l’obiettivo del progetto SANPEI è stato il rilancio dell’acquacoltura biologica italiana. Gli scopi di SANPEI II sono stati:

  • La creazione di protocolli di allevamenti ittici biologici, questa volta per le specie spigola e orata
  • Ottimizzare le tecniche per garantire il benessere animale all’interno degli allevamenti di pesce biologico
  • Creazione di standard qualitativi da rispettare

Anche nella seconda edizione del progetto sono stati sostituiti i pesci surgelati con il pesce fresco biologico e si è notato come una buona percentuale degli studenti non si propensa a scegliere il pesce nelle mense scolastiche e/o universitarie. Questo ha sottolineato come sia importante ripensare all’educazione alimentare in sé, soprattutto partendo dai bambini e adolescenti.

Durante il progetto SANPEI sono stati prelevati dal Parco Nazionale del Circeo piccoli esemplari selvatici di specie marine di interesse commerciale e, successivamente, allevati biologicamente per studiarne gli effetti a lungo termine. Le aziende interessate hanno avuto l’opportunità di collaborare con i ricercatori attraverso un questionario per valutare le problematiche del settore specifico.

Norme che regolano l’acquacoltura biologica e il pesce da allevamento

Gli allevamenti di pesce bio, così come gli allevamenti ittici tradizionali, sono soggetti a importanti controlli da parte delle autorità sanitarie e veterinarie in modo di permettere a tutti i cittadini di portare in tavola un alimento sicuro e sano. Un pesce allevato viene seguito in tutte le fasi della sua vita, dall’uovo fino al suo consumo, passando anche per il trasporto verso i punti vendita della grande distribuzione.

Come riportato dal CREA – il Centro per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria – il pesce da allevamento, contrariamente a quanto spesso pensato, risulta essere più sicuro di quello pescato in mare. Il pesce da allevamento viene nutrito con un’alimentazione bilanciata e controllata, e le caratteristiche nutrizionali del pescato di allevamento sono molto simili a quelle del pesce pescato in mare aperto. Le piccole differenze di nutrienti riportate sono riconducibili alla tipologia di alimentazione e al livello di benessere della vita dell’animale.

Qui è opportuno tracciare una linea distintiva tra il pesce allevato in modo classico e il pesce biologico.

 

Normative nazionali ed europee per gli allevamenti di pesce biologico

Il mondo bio e degli allevamenti biologici è regolato dal 1991, quando è entrato in vigore il regolamento europeo 2092/91, che dava indicazioni e regole sugli allevamenti biologici e il restante mondo bio, escludendo però il settore ittico. Questo vuoto normativo sul pesce biologico e l’acquacoltura bio è stato colmato nel 2009 con il regolamento europeo 710/2009, entrato in vigore nel 2010. Questo regolamento ha preposto norme tecniche per l’acquacoltura biologica, un settore che in Italia si è sviluppato solo recentemente.

Le norme indicate nel regolamento devono essere rigidamente rispettate per ottenere il logo biologico. Grazie al logo del biologico Euro-Leaf, il simbolo europeo della foglia che segnala un prodotto bio, è facile per i consumatori distinguere un prodotto bio da uno che non lo è. Questo logo è utilizzato anche per differenziare il pesce biologico dal pesce allevato in modo tradizionale.

Nel territorio nazionale italiano troviamo anche una certificazione del Ministero delle politiche agricole. Per ottenere la certificazione bio, vige il principale criterio del 95% di ingredienti di provenienza biologica per l’alimentazione dei pesci bio, in aggiunta ad altri rigorosi punti da rispettare.

Il Regolamento del 2009 è stato successivamente integrato con il Regolamento CE n. 203/2012, che ha incluso anche norme e caratteristiche del vino biologico.

 

Pesce biologico – c’è differenza tra quello surgelato e quello fresco?

Consumare sempre e solo pesce fresco può risultare dispendioso in termini di tempo e denaro. Questo è confermato dai dati rispetto al consumo di prodotti ittici surgelati in Italia.

L’Istituto italiano Alimenti Surgelati -iiAS- evidenzia come nel 2020 i prodotti surgelati abbiano avuto un incremento nelle vendite del 5,5%, tra questi i prodotti ittici surgelati hanno registrato un aumento del 18% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati di Nielsen Consumer Panel, le famiglie italiane consumano 21kg di pesce l’anno, di cui circa 15kg sono prodotti surgelati. La sottodimensione ittica surgelati è stata trainata nelle vendite soprattutto dal pesce panato e pastellato, che ha registrato un +30,1%.

Ma quali sono le differenze tra pesce surgelato e pesce fresco? Il pesce surgelato non presenta particolari differenze nutrizionali dal pesce fresco, perché grazie all’abbattimento della temperatura vengono mantenute le caratteristiche nutrizionali del prodotto fresco. La differenza tra congelato e surgelato risiede nella velocità con cui l’alimento viene portato alla temperatura di -18°C, permettendo appunto di preservare le caratteristiche nutrizionali dell’alimento surgelato e di non creare lesioni. Il prodotto surgelato viene anche conservato e immesso nella GDO alla stessa temperatura.

In questo modo il pesce surgelato – biologico o meno- conserva le sue risorse di proteine, grassi omega 3, sali minerali come il fosforo e le vitamine A e D. Scoprite quali sono gli altri alimenti che contengono vitamina D, oltre il pesce, nel nostro elenco dedicato.

 

pesce surgelato biologico filetto di branzino almaverdebio filetto di orata almaverdebio pesce fresco biologico filetto di salmone almaverde bio pesce surgelato bio

Il pesce biologico di Almaverde Bio

Nel catalogo prodotti di Almaverde Bio sono disponibili due categorie di prodotti ittici: il pesce fresco biologico e il pesce surgelato biologico.

La selezione di pesce fresco biologico di Almaverde Bio è piuttosto varia. Sono disponibili Filetto di Orata, Filetto di Spigola, Filetto di Trota iridea, Spigola, Trota iridea, Spigola all’Italiana, Orata alla Mediterranea, Trota iridea alla Boscaiola.

Nel reparto di surgelati troviamo, per il pesce surgelato biologico di Almaverde Bio il Filetto di branzino surgelato, il Filetto di orata surgelata, il Filetto di trota iridea surgelata, il Filetto di salmone surgelato e i Medaglioni di salmone surgelati.

Almaverde si è affidata a Circeo Pesca per la produzione della sua selezione di pesce biologico. Circeo Pesca ha ottenuto un Certificato di Conformità biologico per i suoi prodotti da acquacoltura biologica già pulito e pronto da cucinare.