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biologico e grande distribuzione

Il biologico nella grande distribuzione

Da prodotto di nicchia allo scaffale del supermercato… i prodotti biologici a portata di mano.

Negli ultimi anni il biologico non è un più una scelta di pochi, ma un’abitudine di spesa consolidata. Sempre più consumatori, infatti, cercano il bio.

I motivi che hanno determinato questo cambio di rotta, sia in Italia che in Europa, si possono semplificare in pochi punti:

  • una maggiore sensibilità sulla qualità acquisita dal consumatore che lo rende più esigente e lo guida alla scelta di prodotti con filiera chiaramente certificata.
  • maggiore diffusione delle coltivazioni e degli allevamenti biologici con aumento dell’offerta sul mercato.
  • prezzi più competitivi e più linee di prodotti che li rendono più attraenti per tutte le fasce di reddito.
  • maggiore interesse verso l’ambiente e la sostenibilità, che porta a prediligere prodotti con ridotto impatto ambientale.
  • maggiore interesse alla salute e ai cibi nutrienti e sicuri, che associa al biologico l’idea di benessere.

 

Possiamo dire che questi fattori hanno contribuito ad aumentare notevolmente la richiesta di ‘alimenti bio’ tra i consumatori e il mercato si è di conseguenza adeguato. La risposta naturale è stata una maggiore diffusione di prodotti bio anche nella grande distribuzione, dove si sono affermati.

E questa affermazione è rilevata anche da diverse ricerche, come ad esempio i dati pubblicati da Nomisma – società di attività di ricerca nazionale – sul mercato del biologico nel 2018, che vedono il prodotto bio in forte crescita sia nella grande distribuzione che nei negozi delle catene specializzate.

Lo studio in realtà non fa altro che evidenziare un cambiamento in atto nelle abitudini di acquisto degli Italiani, che riflette il cambiamento in fatto di gusti dei consumatori comuni. La ricerca evidenzia un aumento dell’intero comparto bio (3,5 miliardi di euro di fatturato, con una crescita dell’8%).

Gli Italiani ora guardano sempre più con interesse ciò che promette di far bene alla loro salute, ma deve essere sicuro, avere materie prime del territorio ed essere fatto nel Belpaese, oltre ad avere un minimo impatto sull’ambiente.

 

Biologico sì, ma quale?

Sappiamo ormai che cosa vuol dire produrre secondo le regole dell’agricoltura e dell’allevamento biologico, ma sappiamo anche quali sono veramente i prodotti che possono essere contrassegnati da questa indicazione?

Sono prodotti biologici tutti quelli provenienti direttamente da coltivazioni che non utilizzano sostanze chimiche di sintesi, né OGM, limitano l’uso ai fertilizzanti e insetticidi naturali, ma lo sono anche quelli che vengono poi trasformati senza aggiunta di additivi, come previsto dal disciplinare europeo.

Non solo frutta e verdura, olio e latte (scopri anche i miti legato al latte e se fa bene o male), ma largo a tutti gli alimenti trasformati a partire da materie prime biologiche. Sono bio anche pasta, pane, confetture, prodotti caseari, piatti pronti, vino…

Il bio costa di più… ma anche no!

I prodotti biologici sono stati per anni simbolo di un pubblico urbano di un elevato livello economico, che poteva permettersi di acquistare in negozi di nicchia alimenti e prodotti decisamente più cari, anche del 50%, del corrispettivo non bio.

Oggi i prezzi sono scesi, rendendo interessante l’acquisto da parte di consumatori di diverse fasce economiche. Questo perché non sono più presenti solo nei negozi specializzati, ma sono arrivati sugli scaffali del supermercato, quello che in gergo viene chiamato canale GdO (grande distribuzione organizzata).

Chiariamo subito che la maggior parte degli alimenti certificati bio hanno un costo mediamente superiore ai  prodotti convenzionali di pari categoria merceologica. Coltivare seguendo le pratiche biologiche ha senza dubbio un costo aggiuntivo che incide poi sul prezzo finale dei prodotti.

Nella grande distribuzione il reparto ortofrutta ha una funzione trainante per quanto riguarda il biologico: sono sempre più diffuse le isole di ortofrutta fresca venduta sfusa, pensate per ridurre sprechi e per permettere a tutti di fare una spesa bio e sostenibile.

Le isole Almaverde Bio, distribuite su gran parte del territorio nazionale all’interno di Ipermercati e Supermercati, sono l’esempio di un’idea che funziona: permettono di organizzare un’offerta di ortofrutta biologica completa, caratterizzata da una gamma ampia di frutta e verdura di stagione, con un miglioramento del rapporto qualità/prezzo.

ortofrutta biologico

IL FUTURO DEL BIOLOGICO È NELLE MANI DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE

I supermercati offrono una migliore visibilità, invogliando il consumatore all’acquisto del bio, perché se lo ritrova proprio nel luogo in cui sta facendo la spesa generica, e questo gli semplifica la vita.

Inoltre, permettono una migliore diffusione sul territorio perché hanno una rete di punti vendita presenti in modo capillare su tutto il territorio italiano, portando il bio anche là dove non c’era.

isole Almavede Bio

E così nell’ultimo anno si registra un trend di crescita delle vendite bio nei grandi magazzini del 14% (Fonte: Nomisma 2018), mentre i piccoli negozi specializzati faticano.

Secondo BioBank – banca dati del bio – beneficerà della crescita sempre più la grande distribuzione organizzata e lo mostra già il fatto che i marchi bio legati al commercio nei supermercati sono passati da 644 nel 2001 a 3.529 del 2017, registrando un + 448%.

Quale bio si vende di più al supermercato?

Così, per rispondere al mutare dei gusti degli italiani in fatto di acquisti alimentari, anche il settore della grande distribuzione si è organizzato. E la sorpresa è che i consumatori hanno dei prodotti bio preferiti!

In cima alla lista della spesa ci sono gli alimenti destinati alla prima colazione, come uova, marmellata, gallette di cereali soffiati, bevande sostitutive del latte e latte fresco, succhi di frutta, yogurt, biscotti, ma anche prodotti per l’alimentazione dei bambini, frutta e verdura…

Altra indicazione che emerge da alcune ricerche di mercato è che tra i più acquistati nei supermercati ci sono le linee dedicate alle ‘eccellenze italiane’ del territorio, quelle che sfoggiano il marchio DOP, IGP e IGT, che certifica la provenienza italiana e il valore della coltivazione locale.

COME FACCIO A SAPERE SE È BIO?

Chi sceglie i rivenditori specializzati di alimenti biologici, anche spendendo un po’ di più, lo fa soprattutto perché il negozio gli da maggiore garanzia di qualità e affidabilità rispetto agli altri canali di vendita.

Comune è infatti il dubbio (infondato) che il prodotto a marchio bio venduto negli scaffali del grande supermercato non sia realmente biologico al 100%.

Per questo è importante saper leggere l’etichetta del biologico che è la carta di identità dettagliata e a norma di legge della filiera produttiva, dal campo fino alla logistica del supermercato.

LE CERTIFICAZIONI DEL BIO VALGONO PER TUTTI: MATERIE PRIME E PRODOTTI TRASFORMATI

Esiste un regolamento dell’Unione Europea specifico per i prodotti cosiddetti ‘biologici’ che si applica sia ai prodotti agricoli non trasformati (come ortaggi, frutta, cereali), che al bestiame e ai prodotti di origine animale non trasformati (come latte e uova).

Questo regolamento vale anche per i prodotti trasformati, sia quelli destinati al consumo umano, ma composti da uno o più ingredienti di origine vegetale e/o animale (pane, carne, formaggio), che quelli destinati al bestiame.

Tutti devono avere una certificazione in etichetta. Ma perché un prodotto trasformato possa beneficiare della certificazione biologica, deve avere tutta la filiera conforme a determinate regole.

Nello specifico, i prodotti possono riportare il logo biologico valido in tutta la UE nell’etichetta se elaborati con una percentuale di ingredienti biologici superiore al 95%. Il restante 5% deve essere compreso in un elenco di ingredienti autorizzati dal regolamento CEE 2092/91.

Non devono inoltre essere stati sottoposti a nessun trattamento ad esempio le radiazioni ionizzanti o la maturazione con alcol etilico. E il trasporto deve avvenire in colli e/o contenitori chiusi per evitare sostituzioni.

Le indicazioni delle etichette dei prodotti confezionati devono essere presenti anche sui prodotti sfusi.

Occhio all’etichetta! Scopri di più su come leggere l’etichetta alimentare.

Solo i prodotti certificati possono riportare in etichetta la scritta: da agricoltura biologica. Nelle etichette deve comparire:

  • la scritta regime di controllo CEE
  • chi ha effettuato il controllo e il suo numero di autorizzazione ministeriale
  • il codice dell’organismo di controllo
  • il codice dell’azienda produttrice
  • il numero di autorizzazione alla stampa di quella specifica etichetta.

BIO È ANCHE EQUO E SOLIDALE

Scegliere bio significa scegliere un alimento o un prodotto che non sfrutta né gli animali, né i lavoratori, perché la produzione biologica inizia con il benessere dei produttori e del loro ambiente, e quindi è il presupposto per un commercio equo.

supermercato biologico

L’agricoltura biologica e il commercio equo e solidale hanno processi di certificazione diversi, ma condividono il principio di base: una produzione alimentare eticamente responsabile.

Alcuni organismi di certificazione biologica lo hanno capito e includono regole di sostenibilità sociale nella loro certificazione, come il KRAV svedese ad esempio.

IL BIOLOGICO SECONDO ALMAVERDE BIO

La frutta e la verdura biologica a marchio Almaverde Bio arrivano ogni giorno fresche sugli scaffali dei supermercati grazie all’impegno quotidiano degli oltre 800 soci della cooperativa Apofruit, che assicurano prodotti di alta qualità, conformi ai regolamenti comunitari sul biologico, e sicuri, perché controllati continuamente per rilevare eventuali agenti contaminanti.

Scegli il bio per un’alimentazione sana e sostenibile, oltre che per combattere lo spreco alimentare.

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